dal 1948, impianti tecnologici a Cagliari

Comunità energetiche

Grazie alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe 162/2019 sono state introdotte, anche in Italia, le Comunità Energetiche Rinnovabili previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE).

Una comunità energetica consiste in un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale.

I membri della Comunità possono essere persone fisiche o giuridiche e più in generale qualsiasi soggetto pubblico o privato che vuole realizzare una Comunità Energetica Rinnovabile. Per esempio, anche semplici persone che abitano nello stesso quartiere e che desiderano promuovere lo sviluppo di una CER possono farlo.

Come costituire una comunità energetica nel 2023

Prima di tutto, bisogna individuare l’area dove si intende installare l’impianto di produzione, che deve essere in prossimità dei consumatori. In linea di massima, i terreni industriali in disuso sono particolarmente indicati: sono infatti sufficientemente grandi per ospitare il futuro impianto rinnovabile e in genere rispettano i requisiti di dimensione, collocazione e destinazione prescritti dalla normativa.

La condivisione dell’energia elettrica prodotta deve avvenire utilizzando la rete di distribuzione elettrica esistente e l’autoconsumo di energia rinnovabile avviene virtualmente.

L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della Comunità, ma può anche essere messo a disposizione da uno o più membri partecipanti, o anche da un soggetto terzo.

Le persone e gli enti interessati che rientrano nell’ambito dell’impianto possono costituire la Comunità Energetica Rinnovabile, che è un soggetto giuridico.

Dal momento che, per legge, lo scopo di una Comunità Energetica non può essere il profitto, le forme più comunemente utilizzate per ragioni di praticità e convenienza sono quelle dell’associazione non riconosciuta o della cooperativa.

Le associazioni non riconosciute possono essere costituite con un semplice contratto registrato presso l’Agenzia delle Entrate e hanno costi di gestione bassi e obblighi di organizzazione relativamente semplici.

Tutti gli associati alla Comunità Energetica mantengono i loro diritti di clienti finali, compreso quello di scegliere il proprio venditore di energia elettrica, e possono uscire dalla Comunità quando lo desiderano.

Gli incentivi

Una volta che l’impianto è in esercizio, la Comunità può fare richiesta – anche tramite un’azienda esterna delegata – al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa.

Gli incentivi sono riconosciuti solo per l’energia condivisa all’interno della Comunità, cioè quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione.

Se la produzione è superiore al consumo, per l’energia eccedente viene riconosciuto alla Comunità soltanto il valore economico dell’energia, senza altri benefici.

Le Comunità Energetiche promuovono anche l’economia circolare, perché gli impianti vengono tipicamente realizzati su terreni industriali inutilizzati, che trovano in questo modo una nuova funzione.

 
Share:
 

Richiedi informazioni

I dati inseriti verranno utilizzati esclusivamente per la gestione della richiesta di informazioni e se previsto per l’invio di email riguardanti le novità e le iniziative commerciali della nostra azienda. Ti invitiamo a leggere ed accettare i termini e le condizioni di utilizzo descritti nella nostra Privacy Policy.
Argomenti correlati
This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.